Il risveglio di Melanie, Capitolo Extra - The Host

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vikycullen
view post Posted on 16/12/2010, 14:49




E' uscita anche in Italia il 10 novembre la nuova edizione dell'Ospite (The Host) con il capitolo extra che in America era stato pubblicato in aprile.

Sono sola. E’ buio. Non riesco a ricordare dove sono... o perchè mi trovo qui. E’ sbagliato essere sola. Dov’è Wanda? Non riesco a trovarla. Non ricordo come chiamarla. C’è silenzio. Non riesco a sentirla. Non riesco a sentire il nostro corpo. Il panico inizia ad instaurarsi in me mentre aspetto di sentire la sua voce. Che chiami il mio nome. Che mi dica dove siamo. Che mi faccia aprire gli occhi così avremmo potuto vedere. Avevo bisogno di sentire la sua voce – la mia voce, nel mio più morbido tono, nella mia più gentile inflessione. Io aspetto, ma non c’è niente. Solo io e il buio. Il panico peggiora mentre io provo a ricordare. Lei mi ha chiuso fuori di nuovo? E’ già capitato, lo so, ma non lo ricordo. Non penso che fosse come adesso, panico nel buio. Non era proprio niente quella volta. E non penso che Wanda facesse questo. Perché noi ci vogliamo bene. Io ricordo che ce lo siamo dette. Appena prima……di qualcosa. Provo a riportare alla superficie la memoria. Noi ci stavamo dicendo che ci volevamo bene…noi ci stavamo dicendo…addio. La mia memoria è tornata forte e chiara, mentre il resto di me lo ha fatto anche. Posso sentire il letto sotto di me, posso sentire il sudore scendere, la pelle d’oca per la notte più fredda. Posso vedere una luce rossa attraverso la membrana delle palpebre. Posso sentire il mio respiro. Sono in grado di ascoltare una voce che diventa sempre più forte, come se qualcuno stesse premendo il tasto del volume. La memoria è più forte dei miei sensi. La memoria è agonia. Non riuscivo a smetterla. Lei è morta per me, e non c’era niente che potessi fare. E’ così tardi, che posso muovere i muscoli delle dita, così tardi che posso piegare le mani e stringerle in un pugno. E’ troppo tardi. Wanda se n’è andata. Lei mi ha salvata, ed io non ho salvato lei. Io non ascolto la voce vicino a me che diventa sempre più forte. Non mi importa, in questo momento, delle mani che stanno ammorbidendo i miei pugni. Sto ascoltando la voce di Wanda nella mia memoria, sto pensando ai suoi ultimi pensieri. Ora solo echi nella mia testa, nello stesso modo in cui riesco a ricordare la voce di qualsiasi persona. Lei non è qui. Ho tanta paura, disse lei. Sentivo di nuovo la sua paura, la ricordavo. Ho lasciato perdere. Io l’ho fatto. Ricordo il suo ragionamento. Ricordo come ha preso la decisione di morire per farmi vivere. Lei non poteva vivere a spese di qualcuno che amava. E ora che cosa è, faccio questo, vivere a spese della sua vita? Come può essere questo un finale felice? Con me, come il mostro che ha lasciato la sua amica, la mia vera migliore amica, morire per me?

“Mel? Mel ti amo, Mel di nuovo. Mel, Mel, Mel.”

E’ la voce di Jared, stava cercando di chiamarmi proprio come Wanda chiamava l’ospite del guaritore, nella stessa maniera in cui lei insegnò Kyle a chiamare Jodi. Non riesco a rispondergli. Non posso parlare ora. Non sento la lingua nella mia bocca, pronta per muoversi nel modo in cui le ho chiesto. Sento l’aria nei miei polmoni, pronta a guidare le parole. Se lo voglio.

“Mel, ti amo, ti amo.”

Questo è il dono che Wanda mi ha fatto, pagando con il suo sangue d’argento. Jared ed io, di nuovo insieme, come se lei non fosse mai vissuta. Come se lei non ci avesse salvato. Se accetto questo regalo, beneficerò della sua morte. La ucciderò di nuovo. Il suo sacrificio io lo trasformerò in un omicidio.

“Mel per favore apri gli occhi.”

Sento la sua mano sul mio viso, che mi accarezza la guancia. Sento le sue labbra bruciare la mia fronte, ma non lo voglio, non a quel prezzo. O si? Se avessi voluto abbastanza salvare Wanda, avrei mai trovato un modo? Lo stesso modo in cui lei pensò di salvare la vita della cercatrice. Perché lei lo desiderava abbastanza. Forse no. Forse non volevo salvare l’amica più sincera che abbia mai avuto, ed è per questo che non ho trovato un modo. Forse omicidio è la parola giusta. Wanda gridò dicendo addio. I miei occhi li sento ancora ruvidi e gonfi. Nuove lacrime seguono la strada che percorsero quelle precedenti e scesero lungo le mie tempie.

“Mel? Doc vieni!credo che stia sentendo dolore!”

Doc resta ancora in ospedale. L’ho sentito camminare in fretta verso di me. I miei occhi sono ancora grezzi. Attesa. Quanto tempo è passato? Qualche ora o solo qualche minuto? Sono ancora in tempo? I miei occhi ammicarono aperti, la faccia di Jared era vicina, i suoi occhi erano pieni di preoccupazione, le sue labbra pronte a parlare di nuovo. Lui ha visto che ero cosciente e qualunque cosa stesse per dire si fermò. Mi strinse forte al suo petto e si dondolava in avanti, non ero preparata a questo. Mi sono seduta nello spazio in cui è stato lui, i miei occhi esaminarono la stanza, cercando qualche segnale di lei. Un lampo d’argento, un barlume di movimento. Sta morendo qui da qualche parte vicino a me? Sono ancora in tempo per cambiare le cose?

“Mel?” chiese di nuovo Jared. Alzando il mio polso destro e raggiungendo il sinistro.

“Dov’è lei?” sibiliai, cercando di tirare il braccio, saltando dall’altra parte del letto. Non ho le vertigini e non mi sento sbilanciata sui miei piedi. Forse non ero stata incosciente per tanto tempo. Lui mi guarda, sorpreso, tenendomi il polso con il braccio disteso sul letto. Incrociai i suoi occhi solo per mezzo secondo e poi cercai freneticamente attorno alla grotta di nuovo Doc, grata del fatto che la lampada alogena fosse ancora accesa. Non vedevo l’argento brillare che tanto desideravo vedere. Non è qui. Ma poi i miei occhi trovarono un oggetto metallico. Un argento più pacato di quello che volevo. Una dura, piatta, lama di metallo affilata. Riconobbi il grande coltello da caccia di Jared, esteso alla testa del letto, accanto a me, a poca distanza. Era lo stesso coltello con cui Wanda pugnalò il nostro braccio per salvare Jamie. Jared porta questo coltello con se solo quando è fuori dalle caverne. Questo è un coltello che non servirebbe a niente nell’ospedale di Doc. l’immagine dell’anima mutilata nella mia memoria, nella memoria di Wanda, mi riempie la testa e mi gridò in stato di shock forte come allora, forse anche più forte. Quello che è accaduto a quelle strane anime non era per niente sorprendente, a meno che non fossero state anime innocenti come lo era stata Wanda. Per questo non ci sono scuse. Questo è insensato e crudele come qualsiasi cosa che io abbia mai sognato. Jared è pazzo? Non ci ha mai creduto? Continua a pensare che Wanda era una spia? Ancora adesso che lei è morta per noi? Per lui? Stava giocando con lei fino alla fine? O pensava che stava prendendo dalla sua sofferenza? Lei stava soffrendo per lui? Si stava contorcendo per l’agonia mentre io dormivo? Un rantolo trovò la strada nella mia gola e uscì attraverso le mie labbra. Jarede girò intorno al letto, senza mollare la presa, e cercò di stringermi nel rifugio delle sue braccia. “Mel, piccola, va tutto bene. Sei di nuovo qui.” Lui teneva la mia mano destra, così invece di colpire, lancio una battuta d’arresto con la sinistra, raggiungendo il suo volto sullo zigomo. La forza del colpo ferì le ossa della mia mano. Balzando indietro sposta una grossa quantità d’aria, liberando il pugno. Liberandomi, ho seguito il primo colpo con un buon gancio al mento tanto che la sua mascella ruotava dall’altro lato mentre era piegato. Molto tempo fa dissi a Wanda che non credevo di essere capace di colpire Jared, senza che mi importasse nulla. Ma ora tutto quello che desideravo era colpirlo forte. Nessuna protesta interna alla mia furia nella maniera in cui mi aspettavo, senza senso l’innata ingiustizia e solo questo mi ha fatto arrabbiare di più.

“Come hai potuto?” Urlai mentre lo colpivo di nuovo, senza riuscirci perché adesso restava in guardia. “Cosa c’è di sbagliato in te? Come hai potuto ucciderla?”

Mi ricordo che vidi le anime, la cercatrice e il guaritore, e solo io riesco a vedere dalla prospettiva di Wanda. Bella, fragile, soavi nastri d’argento. Wanda deve essere stata così bella. E poi penso all’argento dei corpi mutilati. Qualcuno – Doc – cerca di afferrarmi le braccia mentre Jared si precipita verso di me con i pugni verso l’alto. Spingo di nuovo con i gomiti. Ho sentito l’impatto e sentii ansimare mentre colpivo, le mani scomparvero.

“L’avete uccisa!” urlai ai due, e poi facendo eco a Wanda “ Siete dei mostri! Mostri!”

“Mel!” gridò Jared “Ascolta!”

Si lanciò contro di lei, e uscì dal mio cammino, con le mani come trattenermi. Considerai per un secondo di prendere il coltello, poi un parte di me si rese conto che ero fuori controllo, però non volevo essere razionale. Non con Wanda morta – per me – e io che continuavo a respirare.

“Mel, per favore solo…”

“Come hai potuto fare questo? Come?”

Un altro movimento, un altro errore, Jared è veloce. Una enorme figura si alza bruscamente al mio fianco. Con la coda dell’occhio vedo che l’ombra era sul letto. Il volto vuoto di Jodi, gli occhi chiusi, circondato da riccioli neri. E’ arrivata proprio al momento del mio attacco. E Kyle, con un braccio ancora al crioserbatoio di Sole, a pochi passi tra Jodi e me. Proteggendo il corpo della donna che amava, e l’anima ibernata con la quale stranamente aveva simpatizzato. Egli non si mosse verso di me nel modo in cui mi aspettavo. Ricordo ancora la sensazione delle sue mani enormi che seppelliscono la mia faccia in acqua. Così Kyle è in grado di imparare. Come può essere Jared più stupido e credele di Kyle? Automaticamente mi trascinai di nuovo ad un passo da Kyle e Jared approfittò della mia distrazione. Mi prese di nuovo la mano e tirò il braccio dietro di me. Si notava che stava cercando di farlo senza farmi male. Non è come la prima notte che ci siamo incontrati, quando entrambi pensavamo che l’altro fosse un alieno, dove tutti e due eravamo pronti ad ucciderci a vicenda. Ma il suo modo di padroneggiare porta indietro i ricordi a quella notte. E io davvero non voglio perché fanno più male, ma sono così arrabbiata che non posso evitarlo. Non posso essere la persona che accetta la morte di Wanda come il prezzo da pagare per avere quello che voglio. Non posso esserlo.

“Melanie” brontolò Kyle con la sua profonda voce. Era un suono fastidioso. Ero così sorpresa di sentirgli pronunciare il mio nome che non lo interruppi. “Calmati” ordinò “Wanda sta bene, è proprio lì.” Ero paralizzata di fronte a lui. Sentivo la mia bocca spalancarsi. Indicò con un gesto la scrivania di Doc, dove c’erano 3 crioserbatoi, e in ognuno di essi c’era una brillante luce rosso scuro nella parte superiore. Due erano spaziate uniformemente nel centro nel modo in cui ricordavo, e c’era un’altra sezione sul lato sinistro. Guardo i tre crioserbatoi, e poi il braccio di Kyle. Quattro. I due guaritori, Sole e uno in più. Wanda. Scoppiai a piangere. L’aliena diventata mia sorella era viva. E’ qui, e ora che avevo il controllo delle mie mani potevo essere certa che non sarebbe scomparsa mai. Assicurarmi che tutti sarebbero sopravvissuti. Jared mi prese la mano e cercò di abbracciarmi, ma ero agitata e lo lascia, andai più in la di Doc e andai verso Wanda. Presi il crioserbatoio tra le braccia con attenzione. Lei non sa che sono io, però un giorno, voglio parlarle di questo momento. Le dirò che non volevo il mio corpo indietro sapendo che potevo usarlo per proteggerla.

“Mel” disse Jared da dietro di me. Era ora più esitante, premette un po’ le dita sul mio braccio. Non mi voltai.

“Dammi un minuto” dissi con voce roca.

Attese in silenzio, le sue dita erano lisce contro la mia pelle. Presi qualche respiro profondo e cercai di affrontare questa nuova realtà. Wanda è salva, e io la riporterò. Io sono di nuovo io, quello che ho sempre voluto. Jared era qui con me. La nostra famiglia è, grazie a Wanda, intatta. Ce li ho tutti. Nessun altro è nella mia testa a parte me. Così da sentirmi terribilmente sola. Non so se sarò in grado di smettere di piangere. Vorrei poter ascoltare la voce di Wanda che mi dice che va tutto bene. Gli ho promesso che sarei stata felice, però non mi sento felice. Mi sento sola.

“Mi manchi” sussurro al metallo caldo fra le mie braccia. Tutto restò in silenzio per un minuto nella grotta di Doc. Lo sentivo liberarsi dietro di me, insicuro.

“Che cosa è successo?” chiesi senza girarmi.

“Sono arrivato in tempo” rispose Jared. Non intendevo proprio questo.

“Doc” dissi. La mia voce suonava forzata.

“Le ho dato la mia parola…um, Melanie. Scusa… io davvero…non lo sai.”

Mi girai verso di lui mentre parlava, era un po’ rosso, e non riusciva neppure a guardarmi negli occhi. “non so quanto bene mi conosci” continuò “quanto eravate coinvolte in questa amicizia tu e Wanda” si schiarì la gola “ però lei sapeva quanto la mia parola significasse per me. Credo di sapere quanto significasse per lei che io mantenessi la mia promessa. Quella di morire qui.” Ora mi guardò dritto negli occhi.

“Ti stai sbagliando” borbottai. Doc incontrò i miei occhi per un attimo, poi sospirò e alzò le spalle.

“Credo di essere sollevato che Jared mi abbia fermato. Spero che mi perdonerà.”

La mia risata era un po’ arrugginita.

“Lei è brava a perdonare le persone”. Guardai Jared.

“L’hai seguita?”

Lui annuì con il capo. “Ho capito che qualcosa stava accadendo”. Mi guardò esitante. Notai che stava decidendo se provare ad abbracciarmi. Non sono ancora pronta per questo. Guardo il coltello e poi guardo lui.

“Doc non voleva fare le cose a modo mio” e il medicò si strofinò nervosamente le mani alla gola. Sollevai un sopracciglio, colpita mio malgrado. Jared sembrò sorpreso di avermi sorpreso. Ed è stato come nel momento in cui Jared scivolò nella stanza buia quando Jamie era ferito e addormentò Doc con il cloroformio, e Wanda e io sapevamo che lui ci credeva, che anche lui aveva bisogno di fare qualcosa. Lui era il mio Jared, e naturalmente lo ha salvato nella stessa maniera che avrei fatto io. So quello che Wanda aveva detto su di lui – non si trova conforto nella violenza – e mi fece quasi ridere. Jared notò questa emozione riempirmi gli occhi, ammorbidire la mia faccia, e fece un piccolo passo avanti per mettere un braccio attorno a me – intorno a tutte e due, visto che io stringevo ancora in mano Wanda. Stavolta, lo lasciai fare, e mi chinai su di esso e asciugai le mie lacrime sfregando il viso sulla sua spalla. “Grazie” sussurrai. Jared mi baciò sulla testa. Questo silenzio. Sento il cigolio di un letto, e penso che Kyle stia mentendo, sembrava volesse ritornare a dormire. Questo doveva essere il motivo per cui suonava così arrabbiato prima. L’avevo svegliato. Chi se ne frega di tutto questo dramma, con Doc, Jared e una nuova persona che non hai mai conosciuto, quando si è perso il sonno? Vorrei ridere del suo assorbimento. Non credo di voler fare a Kyle la concessione fatta da Wanda. Non sono così indulgente. Con la mia faccia ancora sulla spalla di Jared, improvvisamente mi chiesi cosa pensasse Doc di questa riunione. Me lo immagino goffamente in piedi con lo sguardo lontano. O forse mi sbaglio e lui ci stava guardando, cercando di assimilare nella sua testa l’idea che c’ero io ora. Wanda aveva cercato di immaginare come gli esseri umani avrebbero reagito a me. Lei sperava che sarei stata accettata da loro, circondata da loro, dalla loro fiducia. Mi chiedevo se avesse ragione. Posso sicuramente sentire un leggero brivido in Doc ora, ma forse questo è dovuto a Jared e al coltello, non di sicuro a me. O forse ha molto a che fare con me. Forse non piaccio molto agli amici di Wanda. Le persone migliori qui, così erano soprannominate. Qualcuno di loro mi perdonerà mai per aver preso il suo posto? Per aver rubato il corpo che considerano suo? Jamie mi vuole? Credo di si. Lui mi ama. Lo so. Però, come si sentirà quando vedrà Wanda in un piccolo crioserbatoio? Sarà felice di riavermi indietro quando – per lui – non ero mai andata via? Abbiamo bisogno di un corpo. Jamie starà bene quandò gli dirò che anche Wanda stava bene. Però Ian. Non volevo neanche pensare a Ian. Lui non mi ama nella stessa maniera di Jamie. Non credo proprio di piacergli. Si potrebbe dire che in realtà mi odi. Cosa succederà quando si sveglierà e saprà che lei se n’è andata? Ho promesso a Wanda che mi sarei presa cura di Ian, ma lo sento fin dentro le ossa che lui non me lo permetterà. Come posso chiedere scusa in una maniera significativa mentre io mi trovo in questo corpo e quello di Wanda in un barattolo? Abbiamo bisogno di un corpo in fretta. Ma c’è un’altra ragione per cui non voglio pensare a Ian. Mi ricordo dei baci, solo pochi minuti fa, probabilmente, e mi ricordo bene cosa ho sentito. A una parte di me manca. Un aparte di me lo vuole qui. Tremo fra le braccia di Jared, e lui mi abbraccia più forte.

“Andrà tutto bene” mi promise Jared. Gli credo. Respiro il profumo della sua pelle e sento che questo è il posto in cui voglio stare. Sono troppo stanca per pensare a Ian. Sono troppo stanca per fare qualsiasi altra cosa, ma resto con la testa appoggiata alla spalla di Jared che mi abbraccia. Questo sta per essere fonte di confusione. La voce grossa di Kyle, troppo alta anche quando sussurrava mi tirò verso la consapevolezza. Ero sdraiata. Mi sentivo disorientata, come la prima volta che mi ero svegliata. Quanto tempo ho dormito ora?

“Guardami Jodi. Per favore, tesoro? Ho bisogno che tu apra gli occhi. Ho bisogno che tu faccia questo per me, Jodi. Per favore. Per favore. Stringi la mia mano. Qualcosa.” La voce di Kyle si ruppe mentre i miei occhi lampeggiarono aperti. Le tele sono ancora al loro posto sopra le bocchette. Nascondendo il sole perché era troppo accecante. E’ mattino, ma la luce è di colore giallo e arancione. Il sole era già sorto. Credo che non c’era da meravigliarsi che avessi dormito così tanto tempo; Wanda ha trascorso molti giorni sveglia in questo corpo. Ma questo era un giorno terribile per scegliere di riposarsi. Ian si è già svegliato? Mi sta cercando? Beh non me. Wanda. Mi ero messa seduta troppo velocemente. E mi girò la testa mentre cercavo Wanda. Vidi il serbatoio al lato del letto.

“Sta bene” mormorò Jared con voce dolce, il tipo di voce che si usa con i malati e i bambini spaventati. “Lei sta qui. Non andrà da nessuna parte.” Jared è appoggiato all’altro lato del letto. Sorride, gli angoli degli occhi rugosi. C’è ancora un po’ di cautela nel suo sguardo. Non era sicuro di conoscermi bene come prima. Non è sicuro da quando Wanda mi ha cambiato. C’era un livido viola che si era formato sulla sua guancia destra. Mi schiarii la gola, avevo ancora la voce del sonno.

“Scusami. E grazie, ancora una volta.”

“Ti amo” rispose. Il modo in cui pronunciò quelle parole mi rese più tranquilla. E’ quasi una sfida.

“Anch’io ti amo” gli dico. Rotolo gli occhi “Ovviamente”. Fece una smorfia. Questo è tutto quello che serve. Mi alzò dal letto e mi mise sul suo petto. Io lo abbracciai, ma ci si sente come a barare. Non riesco a godermi nulla. Ci sono troppe cose che ho ignorato durante il sonno. Gravavano su di me come una condanna. Qualcosa che veniva prima di tutte.

“Che cosa?” domandò Jared, mi capiva sempre quando pensavo a cosa dovevo fare. “ capisco cosa sta succedendo ora. Parla con me.” Suonò così serio e determinato, deciso ad essere un terapeuta, se ne avessi avuto bisogno.

“Non è niente di tanto complicato” dissi, poi sospirai “Ian” Le sue braccia si irrigidirono per un secondo, e poi si costrinse a rilassarsi. Vidi il dubbio sul suo voto che non c’era mai stato prima.

“Lui deve sapere. Più aspettiamo a dirglielo…”

“E’ ancora presto. Forse non si è ancora svegliato. Andiamo a cercarlo.” Intervento immediato, la specialità di Jared.

“Per prima cosa ho bisogno di parlare con lui da sola. Devo spiegargli.” Jared ci pensò un momento.

“Non mi piace” disse infine. Le sue parole sono più lente e intenzionali del solito “ Sarà arrabbiato. Davvero arrabbiato.”

“Lo so.”

“Starò con te.”

“No. Gli farà più male.” Ero sicura di questo, e anche che non avevo fisicamente niente da temere per Ian. Io lo conosco meglio di così. “e non seguirmi come hai seguito Wanda. Cioè sul serio. Ha solo bisogno di sentire la verità per prima da me.” Jared annuì una volta. Ma il dubbio era ancora li. Non credo che ci fosse qualcosa che potessi dire per calmarlo. Le parole non sono sufficienti, soprattutto dopo questo lungo anno in cui le parola di un’altra persona sono uscite dalla mia bocca. Infine Jared sarà certo che non è cambiato nulla tra noi solo perché quando Wanda era nel mio corpo Ian si è innamorato. Tempo e azione, sono queste le cose che non lo convinceranno mai. Ne a me. Presi il suo viso tra le mie mani e lo baciai appassionatamente, e poi una seconda volta, toccando leggermente con le labbra il suo livido. Tuttavia la sensazione di cercare era troppo forte per me da sopportare. Dovevo finire questo prima che potessi davvero sentirlo arrivare qui. Non posso essere soddisfatta di questo. Il piacere era interrotto dalla parte di me che sentiva dolore. Jared mi strinse il braccio mentre mi allontanavo da lui. Passai davanti a Doc che stava russando tranquillamente nel letto. Mi voltai verso il basso e lungo tunnel verso sud e subito fui colpita da un forte senso di sub-realtà. Non avrei mai pensato di poter fare questo ancora una volta, passeggiando per questo buio. L’ultima volta avevo sentito che sarebbe stata l’ultima. Razionalmente non ho potuto ignorare che il punto era quello di svegliarsi, alzarsi dal letto e camminare di nuovo attraverso le grotte. Ma desso mi sembra impossibile, strano e cattivo. Il tunnel è lungo e un po’ spaventoso, nel modo in cui non sarebbe stato se Wanda non l’avesse considerato tale per così tanto tempo. Mentre camminavo lentamente, la mia mente iniziò a pianificare le parole che avrei potuto dire a Ian. Stava ancora dormendo? Dovevo svegliarlo? Non ricordavo se Wanda avesse messo a posto la porta quando se ne andò. Posso immaginare, le sue membra sul materasso nella posizione in cui dorme di solito, i suoi capelli neri arruffati in ciuffi selvaggi, i suoi occhi chiari chiusi. Era più facile immaginarlo con gli occhi chiusi. Ho paura di vedere i suoi occhi blu intenso, perché sapevo che vi avrei visto il dolore in loro. Il dolore e la rabbia, e tutte le accuse che io assolutamente meritavo. Iniziai a camminare più velocemente, quasi di corsa. Volevo vederlo prima che si svegliasse. Avevo un paio di secondi per vedere la sua faccia prima che aprisse gli occhi e iniziasse ad odiarmi. Stavo quasi correndo quando incrociai un angolo della piazza luminoso. Sarebbe la mia prima volta in questa stanza ma anche la millesima. Stavo pensando a questo nel momento in cui inciampo in Ian. Lui afferra il mio braccio automaticamente per non lasciarmi cadere all’indietro. Lui guarda in basso verso di me e sorride. L’espressione si congela sul suo volto. Le sue mani lasciano subito il mio braccio come se avesse preso una scossa elettrica. Anche se so di avere lo stesso aspetto di Wanda – senza luce diretta i miei occhi non mi tradiscono – è chiaro che lui aveva capito. Lo aveva capito nel secondo in cui mi aveva toccato, e l’informazione arrivo al suo cervello dopo che ebbe iniziato quel sorriso. Fece un passo lontano da me, quasi sempre sorridente, anche se c’era dell’umorismo nella sua espressione. Era come il sorriso di un cadavere. Ci guardammo. Non posso dire quanto tempo restammo così. Il suo sorriso diventa sempre più doloroso ogni secondo, tanto da diventare insopportabile per me. Infine riuscii a parlare, balbettando, le prime parole che riuscii ad immaginare.

“Lei sta bene. E’ in un crioserbatoio. Andiamo a prenderle un corpo. Lei starà bene. Bene. Lei sta bene”. Alla fine, la mia voce si era fatta molto bassa. Appena più di un sussurro. Mentre parlavo il suo viso si era rilassato. Più o meno. Il sorriso si dissolve con forza, l’angolo della sua bocca si abbassa. I suoi occhi blu congelati si erano scongelati. Ma il suo volto restava teso. Le linee agli angoli dei suoi occhi. Le sopracciglia nere formavano un unico blocco lungo. Lui non rispose. Ci guardammo di nuovo. Ma non nel ghiaccio immobile di prima. Le mie braccia cercarono di raggiungerlo. Cercando di dare qualche espressione fisica di consolazione. Inciampai di nuovo e le miei mani si aggrapparono a lui. E le strinsi in pugni. Egli si mosse più o meno alla stessa maniera. Si sporse un po’ verso di me, poi si ritrasse impercettibilmente. Lo fece per tre volte finchè non ci guardammo l’uno con l’altro. Aspettavo le sue accuse: Mi hai fatto soffrire. Sei stata meschina. Conoscevi i punti deboli e li hai sfruttati. Hai lasciato che si sacrificasse. Lei è cento volte meglio la persona che sei. Tutto questo è vero. Non voglio discutere con lui. Mi dichiaro colpevole. Ma lui non disse nulla. Si sta contenendo per il suo bene, perché sa che lei non approverebbe? O lo fa solo per educazione, perché in fondo sono solo una sconosciuta? Continuava a non parlare e iniziai a chiedermi se lui semplicemente non potesse. Se non ci fossero le parole per il dolore che adesso era facile leggere nei suoi occhi.

“Vuoi andare a vederla?” offrii. Nessuna risposta. Ma il dolore nei suoi occhi cambiò un po’. Divenne…perplesso. La sua mano si alzò leggermente ma poi la lasciò cadere.

“E’ con Doc” mormorai. Mi diressi a metà strada verso il tunnel sud. Feci un passo di lato. Lui iniziò a seguirmi con un movimento improvviso. Camminando lentamente, anche di lato, mi muovevo nell’oscurità. Lui mi segue, con un passo sempre più sicuro. Una volta al buio, guardai sempre verso avanti. Continuo il mio giro con la luce, ascoltando per assicurarmi che sia ancora con me. I suoi passi sono più forti. Inizia ad accelerare. Dopo pochi istanti, sono io a seguire lui. Nel buio è più facile. Camminavamo in silenzio, ma ci sentivamo a nostro agio. Ero invisibile per lui, ma ero li, camminavo al suo fianco.

“Non potevo fermarla” dissi dopo quasi un chilometro.

Mi sorprese che – dopo una breve esitazione – rispose.

“Volevi farlo?” La sua voce era roca, come se prima non si sentisse in grado di parlare per paura di perdere il suo auto controllo, e gli fui ancora più grata di questo perché non lo dava a vedere.

“Si”

Camminammo più lenti, senza parlare per un po’ di tempo. Mi chiedo come sia per lui sentire la mia voce. Lui suona come un mio amico, ma io devo suonare come qualcosa di molto diverso per lui.

“Perché?” mi domandò finalmente.

“Perché lei…è mia amica”. La sua voce era diversa quando parlò questa volta. Più tranquilla.

“Me lo sono chiesto a tal proposito”

Non dissi nulla, in attesa di una spiegazione. Dopo qualche minuto lo fece.

“mi chiedevo se qualcuno che l’avesse realmente conosciuta poteva non amarla. Tu conoscevi tutti i suoi pensieri.”

“Si” risposi ad una domanda che non mi aveva fatto esplicitamente “le voglio bene”. Dubbio, e poi chiese:

“Ma tu rivolevi il tuo corpo indietro”.

“No se ciò significava perdere Wanda” Gli occorse qualche minuto per digerire questo. La suola delle sue scarpe colpiva più duramente contro il suolo di pietra, e io dovetti muovermi più rapidamente per mantenere il suo passo.

“Lei non lascerà questo pianeta!” grugnì. Quest’altro piano – che non è mai stato più di una costruzione nella nostra testa – era così lontano dai miei pensieri che mi ci volle più di un secondo per realizzare.

“Non era nelle sue intenzioni” dissi io, il che significava che ero d’accordo con lui. Non disse nulla, ma il suo silenzio sottintendeva la domanda. Camminava di nuovo lento. Cercai di spiegargli.

“Lei stava programmando questa parte, facendo in modo che nessuno discutesse con lei. Voleva restare qui. Ha progettato, bene, di essere sepolta qui. Con Walter e Wes.” Il suo silenzio era più pesante questa volta. Si fermò completamente. Ma lui non stava ascoltando.

“Come ha potuto pensare di farmi questo?” sibilò con rabbia.

“No” dissi a voce bassa “ Non è così. Sentiva che ti avrebbe fatto più male se fosse rimasta qui con questo corpo.”

“Questo è ridicolo. Come potrebbe essere meglio vederla morire qui piuttosto che lasciarla?”

“Lei ama vivere qui” sussurrai “Non voleva vivere altrove”

Ian era molto arrabbiato – arrabbiato con Wanda, che è la cosa che più mi offendeva. Le sue parole erano taglienti.

“Non ho mai pensato a lei come a un disertore.”

“Non lo è” dissi e mi sentii subito in colpa. Non avevo il diritto di arrabbiarmi con Ian. Così parlai lentamente, misurando le parole, cercando di fargli capire “Wanda…lei credeva di essere stanca di sentirsi una parassita. Ma credo che fosse solamente stanca. Era esausta Ian, più di quanto lasciasse a vedere. La perdita di Wes…era troppo per lei. La colpa…”

“Ma lei non aveva niente a che fare con…”

“Prova a raccontarlo tu a lei!” mi rendo conto che stavo urlando di nuovo, e presi un respiro profondo “ Poi doveva affrontare la cercatrice. E’ stato più duro di quello che credi. Però la cosa più dura di tutte, era amarti mentre amava Jared. Amare Jamie e pensare che aveva più bisogno di me. Amarmi. Sentivo che ci stava male anche solo respirando. Non credo che tu sia in grado di capire cosa significasse per lei, perché tu sei un essere umano. Non puoi immaginare come lei…” Non riuscivo a trovare le parole giuste e improvvisamente sentivo la gola gonfia.

“ Credo di sapere cosa intendeva” la sua voce era più morbida ora. Il suo antagonismo era sparito. Ian non era in grado di mantenere la rabbia.

“Così aveva davvero bisogno di un po’ di riposo, però ho avuto tutto, tutto il melodramma al confronto. E io che pensavo di non poterla salvare.” La mia voce si ruppe. Presi un respiro profondo. “Io non sapevo che Jared l’avesse seguita.” Quando pronunciai il nome di Jared, sentii il più piccolo sussurro di un suono nel buio. Quasi…sordo come un passo balbuziente. E mi resi conto che, come con Wanda, Jared non aveva mai avuto l’intenzione di sedersi sul letto e di girarsi i pollici mentre io mi dirigevo verso una situazione potenzialmente pericolosa. Non che ciò sia in alcun modo pericoloso, ma Jared non conosce Ian come me. E, per essere giusta, se in qualche modo la situazione fosse rovesciata io avrei agito nella stessa maniera. E, come se fosse stato inaspettato, disse qualcosa di me dietro di lui, potrebbe averlo anche incontrato. Rotolai gli occhi nel buio. Ian non se ne accorse. Soapirai.

“Jared ha avuto successo, però me lo sono perso.”

“Jared è solo eccessivamente prudente. Sempre. Lui va per il mare. Molto, molto per il mare” questo era per lui. Perché sapesse che era stato scoperto.

“Però aveva ragione” disse Ian.

“Si” e mi lasciai andare ad un sospiro di sollievo, pensando a come chiudere questa storia “la paranoia è utile a volte”. Camminammo in silenzio per alcuni minuti. Ascoltai Jared, ma era muto ora, completamente insonorizzante.

“Pensi che si arrabbierà con noi quando si sveglierà?” domandò Ian. Io sbuffai

“Wanda arrabbiata? Ma per favore”

“Infelice allora?” chiese con più calma.

“Starà bene” gli assicurai, perché io sapevo che non poteva non essere felice sapendo che il suo risveglio era la cosa che noi tutti volevamo. E’ solo il modo in cui è fatta. Però mi sento male ad approfittare della sua natura, perché penso che questo è ciò che vuole realmente, prima di tutti i suoi sacrifici. Se fosse un 20% più egoista.

“Quello che hai detto prima, che lei amava te, Jamie, Jared e….me.”

“Si?”

“Credi che lei mi ami davvero o era solo in risposta al fatto che io la amo, e voglia rendermi felice?” Lui capisce. La conosce meglio di chiunque altro, oltre a me. Non oso rispondere.

“Sto solo chiedendo perché non voglio che sia…un onere quando si sveglierà.” Aspettò un momento la mia risposta e siccome non dissi nulla continuò “ Non preoccuparti di ferire i miei sentimenti. Voglio la verità.”

“Non sono i tuoi sentimenti che mi preoccupano. Sto solo cercando il modo corretto per descriverlo. Non sono stata… del tutto umana nell’ultimo anno, so che puoi capire, ma io non sono sicura che lo farai.”

“Mettimi alla prova”

“E’ forte Ian. Il modo in cui si sente per te è un’altra cosa. Lei ama questo mondo, ma la gran parte del motivo per cui non voleva andarsene eri davvero tu. Lei pensa a te come la sua ancora. Le hai dato la ragione per voler rimanere definitivamente in un luogo dopo una vita errante.”

Fece un respiro profondo. Quando parlò sentii la pace nella sua voce.

“Allora è bene”.

“Si” Una pausa e poi disse:

“Non ti preoccupare”

“Di cosa?” Stavamo girando l’angolo verso la luce della grotta di Doc. Sentivo un prurito sul palmo della mia mano per toccare di nuovo il crioserbatoio. Per assicurarmi.

“Quando andrai a cercare il suo corpo. Prenditi il tuo tempo. Assicurati di trovare un corpo in cui sarà felice. Posso aspettare.” Lo guardai. Riuscivo a vedere la sua espressione ora. Il suo viso era calmo.

“Non vuoi unirti a noi?” gli chiesi sorpresa. Mi rendo conto di quello che aveva in mente come fase successiva. Me lo immaginavo lui da un lato, Jared dall’altro, nella stessa maniera della nostra ultima missione. Scosse la testa mentre camminava verso il buco luminoso dell’entrata dell’ambulatorio di Doc.

“Non sono preoccupato di quella parte. Tu sai di cosa ha bisogno. E io preferisco restare qui con lei.” Una parte di me si fece male nel sentire che lui non sarebbe venuto con me, perché sarebbe rimasto qui con Wanda, ma non ero sicura se fossi gelosa di lui o di lei. Arrivammo alla luce, dove stava Jared, l’immagine della curiosità innocente, appoggiato al letto dove stava il serbatoio di Wanda. Ian camminò dritto verso di lei. Jared si spostò accuratamente dal suo cammino. Nell’ombra, Kyle li guardò con gli occhi infossati. Doc stava dormendo. Ian prese il serbatoio con una cura incredibile. Lo sentii espirare. Con sollievo. Con tristezza. Con speranza.

“Grazie” disse in direzione di Jared. Però senza staccare gli occhi dal serbatoio.

“Sono in debito con lei” rispose Jared. Poi Jared mi guardò, con un sopracciglio sollevato. Una domanda. Feci un respiro profondo e mi diressi verso di lui. Si, rispondo con il mio sorriso. Si, sarei stata felice adesso. Si, ti amo. Si. Posò un braccio attorno alla mia vita, il mio invece prese una piega diversa. Le mie dita erano collegate al metallo caldo tra le braccia di Ian. Mi sento di nuovo forte. Tutto andrà bene. Pronta.E poi sarò in grado di dire tutto a Wanda.


FINE



Acquista: Rizzoli

Fonte: The Host Blog
 
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